CAPIRE GLI ALTRI? MANGIANDO SANO!
Gli effetti dello stile di vita (e dell’alimentazione) sulle abilità cognitive e sociali dell’anziano.
L’importanza dello stile di vita sulla salute fisica è un dato di fatto ampiamente discusso e dimostrato. Tra i vari fattori che concorrono a definire lo stile di vita un ruolo di primo piano spetta a esercizio fisico, abitudine al fumo, assunzione di alcolici e alimentazione. Uno stile di vita “equilibrato” permette all’individuo di potenziare e mantenere le risorse disponibili ed è un fattore protettivo nei confronti di svariate patologie. I benefici di un corretto stile di vita si manifestano a tutte le età, ma sono particolarmente importanti durante l’invecchiamento sano, quando l’organismo fisiologicamente si trova in una situazione di maggiore vulnerabilità.
Al contempo, non tutti sanno quanto lo stile di vita abbia effetti anche sulla salute psicologica. Con particolare riferimento all’anziano, diversi studi indicano che uno stile di vita equilibrato aiuta a ridurre l’indebolimento delle abilità di ragionamento fluido (attenzione, memoria, funzioni esecutive, velocità di elaborazione), mentre alcune abitudini scorrette quali l’eccesso di fumo possono aggravare il declino cognitivo[i].
Particolare rilievo spetta all’alimentazione: è ampiamente dimostrato infatti che una dieta equilibrata ha effetti positivi sulle capacità mentali[ii].
Perché l’alimentazione è così importante per le capacità mentali? E cosa si intende per una dieta sana?
Per quanto riguarda la prima domanda, ci sono diversi meccanismi attraverso cui l’alimentazione ricade sul funzionamento cognitivo. Ad esempio, un’alimentazione corretta facilita diversi processi fondamentali per il corretto funzionamento del cervello, come la produzione di enzimi e proteine fondamentali per la “salute” dei neuroni [iii]. Inoltre anche gli acidi grassi presenti nei cibi sembra abbiano un effetto positivo sulla crescita neuronale, l’espressione genica e i processi sinaptici[iv]. Infine, elevati livelli della vitamina B12 sono associati con una minor riduzione di volume cerebrale[v]. Riassumendo i numerosi articoli di ricerca, si può affermare che quello che si mangia ha un effetto diretto su come il cervello funziona e cambia con il tempo. Nell’identificare un’alimentazione sana, inizialmente gli studi si sono concentrati sull’analisi dei singoli nutrienti: quali componenti del cibo fanno bene e come, quali al contrario hanno conseguenze negative sulla salute. I risultati di queste ricerche indicano come il regime alimentare più equilibrato e che meglio favorisce il benessere sia quella che viene comunemente chiamata “dieta mediterranea”. La dieta mediterranea si basa sul consumo di carboidrati complessi (es., pasta), legumi, verdura, frutta, pesce e oli vegetali e un ridotto consumo di dolci, carne rossa, alcolici e prodotti ricchi di grassi saturi[vi].
Diverse ricerche hanno poi indagato se i benefici della dieta mediterranea sulla salute fisica (ad esempio, la riduzione del rischio di patologie quali ipertensione e diabete) si estendessero anche alla salute psicologica. I risultati indicano che questo stile alimentare rallenta il declino cognitivo e può rafforzare le abilità mentali[vii].
Di recente, uno studio particolarmente innovativo ha spostato l’attenzione dalle capacità mentali “fredde” alle capacità sociali più “calde”[viii]. In particolare gli autori hanno indagato se diversi aspetti dello stile di vita dell’anziano (alimentazione, esercizio fisico, fumo, attività sociali) fossero legati alla capacità di mettersi nei panni altrui, considerando pensieri ed emozioni come cause dei comportamenti, un’abilità nota agli psicologi come Teoria della Mente (ToM). Nello specifico, gli autori hanno misurato uno degli aspetti della ToM, ossia la capacità di riconoscere e comprendere le gaffe sociali, le cosiddette “figuracce”. Gli autori hanno chiesto ai partecipanti di guardare alcuni brevi filmati in cui uno dei protagonisti inavvertitamente diceva o faceva qualcosa di inappropriato (ad esempio un impiegato che entusiasticamente si vanta di aver ricevuto una promozione con un collega che ha appena ricevuto la notizia che potrebbe essere licenziato da un momento all’altro), per poi indicare quanto quel comportamento era sconveniente o fuori luogo. I partecipanti rispondevano anche a una serie di domande sul loro stile di vita. I risultati hanno indicato che le persone che seguivano una dieta mediterranea erano quelle che sapevano meglio riconoscere e valutare in maniera accurata le “figuracce” dei video. L’effetto sulla dieta mediterranea sulla ToM era indipendente da altre caratteristiche, quali l’età, gli anni di istruzione o le capacità di ragionamento. Inoltre, tra i vari aspetti dello stile di vita indagati solo la dieta mediterranea aveva un effetto positivo sulla ToM. Gli autori hanno quindi concluso che intervenire sull’alimentazione, promuovendo una dieta sana, potrebbe rivelarsi un sistema efficace per sostenere le abilità socio-cognitive dell’anziano e, di conseguenza, le competenze relazionali e la qualità di vita.
Mangiare sano dunque non aiuta solo a stare in forma e ad avere buone capacità mentali, ma anche a capire gli altri!
Per approfondimenti:
Your Way to a Better Theory of Mind: A Healthy Diet Relates to Better Faux Pas Recognition in Older Adults.
Ted Ruffman, Julie Zhang, Mele Taumoepeau & Sheila Skeaff.
http://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/0361073X.2016.1156974
[i] Anstey, K. J., von Sanden, C., Salim, A., & O’kearney, R. (2007). Smoking as a risk factor for dementia and cognitive decline: a meta-analysis of prospective studies. American journal of epidemiology, 166(4), 367-378.
[ii] Sofi, F., Abbate, R., Gensini, G. F., & Casini, A. (2010). Accruing evidence on benefits of adherence to the Mediterranean diet on health: an updated systematic review and meta-analysis. The American journal of clinical nutrition, 92(5), 1189-1196.
[iii] Mattson, M. P., Chan, S. L., & Duan, W. (2002). Modification of brain aging and neurodegenerative disorders by genes, diet, and behavior. Physiological reviews, 82(3), 637-672.
[iv] Cole, G. M., Ma, Q. L., & Frautschy, S. A. (2010). Dietary fatty acids and the aging brain. Nutrition reviews, 68(s2).
[v] Vogiatzoglou, A., Refsum, H., Johnston, C., Smith, S. M., Bradley, K. M., De Jager, C., … & Smith, A. D. (2008). Vitamin B12 status and rate of brain volume loss in community-dwelling elderly. Neurology, 71(11), 826-832.
[vi] Solfrizzi, V., Panza, F., & Capurso, A. (2003). The role of diet in cognitive decline. Journal of neural transmission, 110(1), 95-110.
[vii] Hardman, R. J., Kennedy, G., Macpherson, H., Scholey, A. B., & Pipingas, A. (2016). Adherence to a Mediterranean-style diet and effects on cognition in adults: a qualitative evaluation and systematic review of longitudinal and prospective trials. Frontiers in nutrition, 3.
[viii] Ruffman, T., Zhang, J., Taumoepeau, M., & Skeaff, S. (2016). Your way to a better theory of mind: A healthy diet relates to better faux pas recognition in older adults. Experimental aging research, 42(3), 279-288.